La storia vista dai fotoreporter

Fino al prossimo 2 novembre all’interno del “Cartacanta Graphicfest 2014” di Civitanova Marche la mostra “Gli scatti della storia”

di Giulia Ciarapica

Cartacanta_copertina2-304x304Un festival vivo, vitale, pieno di contenuti e rinnovato rispetto agli anni precedenti. Questo è ciò che ha dichiarato il sindaco di Civitanova Marche, Tommaso Claudio Corvatta, a proposito del festival che si sta svolgendo nella cittadina marchigiana e che si presenta col nome di Cartacanta.

Fino al 2 novembre è infatti possibile assistere all’evolversi di questo festival (iniziato lo scorso 3 ottobre), che dura ormai da diversi anni, e che propone non solo incontri e conferenze, ma anche mostre, convegni, incontri con gli autori (iniziative che si intrecciano anche con il fortunato Futura Festival), proiezioni cinematografiche e workshop.

L’associazione omonima Cartacanta, insieme al Comune di Civitanova, all’azienda Teatri, alla Pinacoteca e alla Biblioteca comunale, e in collaborazione con la galleria di Modena e ad altri enti e sponsor, ha dato il via al Cartacanta – Graphicfest 2014 inaugurando il 4 ottobre alle 18 la prima grande mostra fotografica dedicata alla storia, “Gli scatti della storia – la storia vista dai fotoreporter”.

“Gli scatti della storia” è un’esposizione fotografica dedicata appunto alla Storia, quella vissuta e documentata dai fotoreporter, dai giornalisti che hanno attraversato il grande secolo del Novecento e ne hanno portato la testimonianza.

Sono presenti, tra gli altri, i lavori di Agenzia Magnum, Weegee, Henri Cartier-Bresson, Selva Barni, Werner Bischof, Robert Capa, Romano Cagnoni, Manuel Corda e Gina Lollobrigida.

Interessanti alcuni scatti che mostrano, ma forse è giusto dire dipingono, i personaggi cult di questo ormai passato “secolo breve”: John Phillips (Bouïra, Algeria 1914 – New York 1996) riesce a fotografare Roosvelt, Stalin (con il suo capo della sicurezza) e Churchill a Teheran nel 1943.

Phillips è stato uno dei più grandi fotoreporter del XX secolo ed ha lavorato per molti anni per la rivista Life. Sue sono alcune tra le più significative icone fotografiche della storia e degli avvenimenti che hanno segnato il Ventesimo secolo, di cui è stato attento testimone.

Memorabili i suoi incontri con Golda Meir, Farouk, Abdallah e chiaramente quello con Churchill che, durante il suo scalo a Il Cairo mentre era diretto alla conferenza di Teheran, richiese di avere un fotografo privato così come Roosvelt ne aveva uno della US Navy. John, quindi, lo seguì e realizzò le immagini uniche dei tre grandi, tra le quali anche quella del compleanno di Churchill, festeggiato da Stalin con caviale e champagne della Crimea.

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Altro grande fotografo di cui possiamo ammirare gli scatti è senza dubbio Alf Kumalo (Johannesburg 1930 – 2012), che ci regala un magnifico Nelson Mandela mentre saluta il popolo Sudafricano in seguito all’abbandono della carica di Presidente, nel 1999.

Kumalo conosce Mandela da vicino e diventa “il suo” fotografo seguendone le vicende politiche dagli anni del maxi processo che nel 1956 porta sul banco degli imputati l’intera leadership anti-apartheid (Treason Trial), al Rivonia Trial, e che nel 1963 decreta l’ergastolo per il gruppo dirigente dell’ANC, fino alla scarcerazione.

Per quanto riguarda invece il versante italiano, non solo troviamo “Baguio, anziana donna Igorot”, l’anziana filippina scattata nel 1976 da Gina Lollobrigida, ma possiamo anche godere delle istantanee di Francesco Cocco (Recanati, Macerata 1960), il quale ci trascina nella Kabul del 2008 – dal reportage realizzato in Afghanistan con la collaborazione di Emergency – , così come abbiamo la fortuna di ammirare gli “Zingari a Palermo” di Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure 1930), che trascorse un lungo periodo all’interno delle comunità di zingari.

Di Carlo Maria Garrubba (Napoli 1923) ecco invece “Casablanca”, scatto del 1954 in cui vengono immortalati due giovani, una donna e un soldato, in una strada isolata di Casablanca. Come ricorda il fotoreporter stesso, “Casablanca l’ho scattata nel quartiere chiuso, abitato solo dalle prostitute, che da allora era controllato dalla polizia. Scattai due foto di nascosto con la Rollei. Tra la ragazza e il soldato c’era una certa intimità, sembrava che i due si conoscessero già. (…) Comunque mi è andata bene perché il soldato si accorse che avevo fatta la foto e mi si avvicinò di corsa, ma negai l’evidenza. La foto è bellissima, lo sapevo anche mentre la scattavo. Questa è la prima fotografia che ho venduto a un collezionista.

Le immagini della mostra non solo ritraggono un pezzo di vita vissuta, offrendolo alla sguardo curioso di un pubblico vasto, ma ci danno il grande privilegio di poter assaporare la Storia, così come ce l’hanno insegnata a scuola, aggiungendovi quel pathos che solo chi c’è stato riesce a trasmettere, con bravura, genialità e non di meno grande professionalità.

Per un mese intero, dunque, è garantita l’immersione, a costo zero, in questo spazio fuori dal tempo ma che contiene il Tempo stesso, divulgando la memoria e arricchendola con gli elementi di un presente che ha bisogno del ricordo per rinnovarsi.

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