“In Posa”: storie, foto e quel sottile confine tra realtà e finzione

Alla Galleria del Cembalo di Roma ventuno fotografi raccontano vite, emozioni e mondi immaginari esplorando tutte le possibilità dell’arte visiva

di Federica Salzano
su Twitter @FedericaSalzano

Paolo Verzone

Paolo Verzone (fonte immagine: galleriadelcembalo.it)

Un uomo disegna spirali con un filo bianco usato come scala, un orso ringhia in piedi e indossa guanti per la neve, una radiografia è di colore arancione fluorescente e un nonno con le ali invece di morire vola via dalla finestra. Quali tra queste immagini sono vere e quali non lo sono? Quanto c’è di autentico in una fotografia e quanto invece è il suo contenuto artificiale? Sono queste le domande che accompagnano “In Posa”, una collettiva fotografica ospitata fino al 21 gennaio 2017 alla Galleria del Cembalo di Roma.

In mostra 21 artisti e 21 sensibilità. Il percorso prende le mosse dalla “posa” classica, ovvero il ritratto. Così Silvia Camporesi si mostra, indossando vestiti e sguardi di una svariata umanità, mentre Marina Cavazza presenta i numerosi ruoli e le sfaccettature femminili che, attraverso una serie di pose, compongono nell’insieme un ritratto globale e autentico. Ci sono poi le fotografie di Malick Sidibé che immortala i sorrisi del Mali abbelliti per il giorno di festa: immagini di allegria e ingenuità in un’atmosfera vivace e piena di movimento.

In mostra ci sono anche racconti, teatro e dipinti: tutto raccolto nello spazio di una fotografia. Ecco allora le storie di Mister G, con Gilbert Garcin che inserisce il ritaglio della propria sagoma in situazioni surreali e racconta una poesia con uno scatto. E ancora la sequenza di Duane Michals che disegna un fumetto fotografico; le immagini di Joel-Peter Witkin e di Roger Ballen che sembrano quadri allestiti per evocare le pieghe più spaventose del nostro inconscio oppure gli scenari teatrali creati da Paolo Ventura che mette in scena storie senza tempo dal sapore di antichi libri illustrati.

E in posa non ci sono solo le persone ma anche gli oggetti. Nicolò Cecchella presenta delle maschere tutte uguali, gettate per terra con il volto verso il basso. Sembrano maschere smascherate, con gli occhi chiusi e l’espressione seria. E poi i totem di Daniele Cascone, creati con oggetti e corpi umani che diventano a loro volta elementi funzionali alla composizione. O ancora Helmut Newton che con le sue inquadrature strette riesce a mettere a nudo pure una statua di marmo, senza rinunciare a una certa dose di voyeurismo.

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Dalle fotografie esposte emerge il grande lavoro di studio, ideazione e composizione. Tutto partecipa a costruire le immagini e a realizzare un rimando continuo tra vero e falso, autentico e artificiale. La tecnica scelta e la sua padronanza diventano parte essenziale dell’opera. E così la posa può essere creata anche attraverso una particolare metodologia, come ad esempio nelle foto di Paolo Gioli che interviene direttamente sulla pellicola impressa con il foro stenopeico: un sistema antico che non prevede l’utilizzo dell’obiettivo, ma si rifà al principio della camera oscura. Oppure i lavori di Antonio Biasucci in cui oggetti, volti e dettagli evocativi emergono dall’ombra in virtù di un uso “teatrale” delle luci.

Il fotografo diventa così costruttore d’immagini, racconti e suggestioni. Riesce a raffigurare scenari che non esistono nella realtà tangibile ma che sono ben presenti nella mente e nell’animo dell’essere umano, sono quindi a loro modo anch’essi realtà. Un po’ come può fare un pittore. Basti pensare al ritratto dell’angoscia di Munch. Chi direbbe che quell’urlo è privo di autenticità? Quando allora la fotografia si distacca dalla necessità di riprodurre fedelmente il proprio soggetto riesce ad assumere molteplici forme e a trasformarsi in un’arte che è chiave d’accesso a mondi onirici e surreali. Può mettere al confronto con le paure e le aberrazioni dell’essere umano, raccontare la parte più intima di una cultura e forse in questo modo arrivare a cogliere un grado di verità ancora più elevato.

IN POSA
Galleria del Cembalo – Palazzo Borghese, Roma
Fino al 21 gennaio 2017
www.galleriadelcembalo.it

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